La storia

Convitto TivoliL’Amedeo di Savoia nacque incastonato tra importanti monumenti storici come il Tempio di Ercole vincitore e Villa d’Este. La posizione salubre e dominante sull’agro romano aveva già affascinato il monaco Ignazio di Loyola, che sulle terrazze del Tempio fondò alla metà del ‘500 il “primo Collegio d’istruzione retto dai Gesuiti”. Da allora, tranne che in età napoleonica, quasi ovunque l’istruzione fu gestita da ordini religiosi e destinata a nobili e benestanti. Solo con l’Unità d’Italia la diffusione dei Convitti Nazionali favorì la formazione di una nuova classe dirigente, la frequenza dei licei da parte di alunni delle province e una certa mobilità sociale.

A Tivoli, in seguito alla legge nazionale sulla confisca dei beni religiosi, l’Amministrazione decise di assumere l’onere economico per trasformare l’antica istituzione gesuita in Convitto Comunale. Era il 1881 e a sostenere tale scelta giunse a Tivoli il Ministro della Pubblica Istruzione Paolo Boselli. Egli, come tre secoli prima Ignazio di Loyola, rimase incantato dall’amenità del luogo, ideale per istituirvi un Convitto laico e nazionale, moderno sia per l’impostazione culturale che per la struttura architettonica che includeva Villa d’Este, quale meraviglioso parco a servizio del più ampio e sontuoso palazzo di studi d’Italia. L’acquisto di Villa d’Este sfuggì alla comunità tiburtina, sia per la contesa politica in atto sul controllo dell’istruzione, sia per il costo complessivo dell’impresa, ma il Convitto Nazionale vi fu comunque edificato accanto, istituito con Regio Decreto l’8 settembre 1889 ed intitolato ad Amedeo di Savoia Duca d’Aosta. L’edificio era ampio ed elegante e l’istituzione operò bene: acquistò fama internazionale, ospitando giovani di altolocate famiglie straniere e svolse un ruolo sociale importante, accogliendo bambini orfani e di famiglie disagiate, che poterono completare gli studi e ambire alle Università.

La catastrofe delle Grandi guerre investì anche Tivoli. Durante la Prima Guerra Mondiale. persero la vita dieci uomini, tra educatori e convittori, ancora oggi ricordati nel Parco della Rimembranza. Durante la Seconda Guerra Mondiale. il Convitto fu occupato dai nazifascisti, divenendo dopo l’8 settembre del 1943 un bersaglio dei bombardieri alleati che il 26 maggio 1944 ne distrussero due terzi della struttura. Solo nel 1966 furono completati i lavori di ricostruzione e il Convitto, in spazi minori, riprese la sua missione, anche se con alterne fortune in un’epoca di profondi cambiamenti della società e degli stili di vita. Negli ultimi anni il Convitto di Tivoli è tornato ad essere un punto di riferimento per la vasta comunità tiburtina, aprendosi al territorio attraverso il dialogo con le famiglie e con le altre scuole, in sinergia con le istituzioni della Città. Il Convitto ha rafforzato nella vita scolastica l’attenzione ai valori educativi e della legalità, ha investito sulle risorse tecnologiche, ha sviluppato percorsi didattici innovativi e posto grande attenzione all’inclusione.

In biblioteca è disponibile il libro “Il Convitto, la storia”. C. N. 2009

La storia della scuola

Con l’apertura dell’Istituto Alberghiero decretata dall’USR Lazio il 7 gennaio 2016 il Convitto Nazionale di Tivoli ha esteso l’attività educativa e formativa anche alla Scuola secondaria di II grado, abbracciando così entrambi i cicli del sistema scolastico dell’istruzione nazionale. L’utenza scolastica della Scuola alberghiera ha riacceso la domanda del servizio di residenzialità e ne ha consentito così la ripresa, dopo oltre venti anni di chiusura, riportando il Convitto di Tivoli al rispetto dei decreti istitutivi dei convitti nazionali.